Inaccettabile: tale è la vicenda Agrimonda, una vera e propria bomba ecologica in provincia di Napoli.
8 luglio 1995: brucia tutto
Da quasi 27 anni, i miasmi chimici avvelenano le popolazioni di Mariglianella e Marigliano nonché le attività agricole della zona. E’ la conseguenza di un disastro ambientale che per decenni ha visto le istituzioni di tutti i colori politici praticamente incapaci di trovare una soluzione definitiva. Sono state spese centinaia di migliaia di euro, ma i quintali di pesticidi ed altri prodotti per l’agricoltura che si trovavano nel deposito finito in fiamme continuano ad essere una minaccia per la salute e per l’ambiente.
La nostra è una condanna senza possibilità di appello per le istituzioni. Oggi hanno come unica possibilità di riscattare la propria credibilità una bonifica totale del sito contaminato dal rogo doloso. Nel quale per giorni hanno bruciato 235 tonnellate di antiparassitari, 750 tonnellate di concimi, 6 tonnellate di plastica e 40.000 litri di pesticidi liquidi.
Gli ultimi monitoraggi svolti dall’ARPAC
I GRE hanno fatto un accesso agli atti presso ARPAC. Abbiamo richiesto le risultanze delle attività di controllo e di validazione condotte in merito alle ultime indagini di caratterizzazione ed ogni ulteriore relazione in merito. Le quali sembrerebbero non essere state ancora pubblicate.
Per assurdo la messa in sicurezza da parte della Regione Campania dopo la rimozione del cumulo, avvenuta a gennaio 2019, ha peggiorato la situazione. Sulle geomembrane in polietilene, che non contengono la puzza chimica, si formano ristagni d’acqua piovana dai quali si sprigiona un insopportabile tanfo. Le informazioni più precise sul livello di inquinamento di suolo e falda sottostante, che abbiamo richiesto all’ARPAC, dimostreranno che la bonifica va realizzata in profondità senza ulteriori indugi.
Una minaccia per salute e ambiente
La nostra preoccupazione è legata anche alla mancata verifica dello stato di salute della cittadinanza più esposta all’inquinamento ambientale generato dal rogo dell’Agrimonda. Da anni c’è il divieto assoluto di emungimento e utilizzo dei pozzi nelle zone limitrofe al sito. Ma i livelli di inquinamento della falda acquifera rilevati dall’Arpac lo scorso anno sono altissimi. I valori di mercurio, di allumionio, di tricloropropano, di benzene, di ddt, di altri pesticidi alcuni dei quali ormai vietati, sono ben oltre le soglie di pericolo. Ciò lascia presagire che l’area contaminata sia ben più ampia di quello che si pensasse ed includa anche zone agricole tuttora coltivate.
La tutela ambientale e della salute sono responsabilità delle Istituzioni. La Regione Campania e il Comune di Mariglianella devono attuare le opere definitive di bonifica dell’ex Agriomonda, delle aree circostanti contaminate ed avviare un costante monitoraggio sanitario anche per verificare gli effetti della biomagnificazione.
Cosa occorre fare ancora
La rimozione del cumulo è stata sicuramente un grande passo in avanti. Ma non può assolutamente essere l’azione conclusiva. Perchè è indispensabile procedere all’asportazione del terreno contaminato in profondità.
Da quanto accertato da Arpac, i valori hanno superato le concentrazioni soglia di rischio. E’ pertanto obbligatorio procedere anche alla bonifica nel “punto di conformità” delle acque sotterranee, ripristinando lo stato originale (ecologico, chimico e/o quantitativo) della falda al fine di consentirne tutti gli usi potenziali.
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