Le associazioni di protezione ambientale FARE VERDE ETS ODV e GRUPPI RICERCA ECOLOGIA E.T.S., con una nota congiunta, hanno espresso la propria ferma contrarietà alla decisione della Commissione europea di rinnovare per altri dieci anni la possibilità di utilizzare il potente diserbate glifosato, impiegato massicciamente da oltre cinquant’anni in numerosissime aziende agricole ma anche per rimuovere erbacce ai margini di sedi stradali e ferroviarie.
La Commissione ha ignorato l’appello di migliaia di scienziati e di organizzazioni che invocavano l’applicazione del principio di precauzione alla luce di tutti gli effetti avversi segnalati della sostanza tossica ed esponendo agricoltori e cittadini ad un elevato rischio di cancerogenicità, genotossicità e neurotossicità. Mentre studi sottoposti a revisione paritaria indicano che la formulazione utilizzata in Europa (MON 52276) provoca una serie di effetti avversi negli studi sugli animali ed effetti negativi irreversibili sugli ecosistemi.
La proposta è stata adottata sulla base di un discutibile studio dell’EFSA (European Food Agency) risalente al 2019 e di un’altrettanta controversa opinione dell’ECHA (European Chemicals Agency) del 2023, nonostante nel 2015 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) avesse incluso la sostanza tra quelle probabilmente cancerogene. Come confermato anche dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), l’organismo intergovernativo facente parte dell’Organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite.
Eppure, un recente studio condotto da esperti tossicologi ha rivelato che l’ECHA ha respinto importanti risultati sulla cancerogenicità e ha trascurato le prove che il glifosato induce stress ossidativo, un meccanismo riconosciuto che può portare al cancro. L’EFSA, invece, nelle sue conclusioni, si è erroneamente basata sulla classificazione del glifosato da parte dell’ECHA come “non cancerogeno”. Si tratta di un fallimento critico poiché accettare queste prove scientifiche porterebbe inevitabilmente alla conclusione che l’autorizzazione del glifosato non può essere estesa ai sensi del diritto dell’UE.
Il mancato raggiungimento di una maggioranza qualificata tra gli Stati membri dell’UE nella votazione al Comitato d’Appello è un fatto gravissimo, che mina la salute delle persone, la tutela degli animali e la salvaguardia della biodiversità, pesantemente minacciati dal glifosato. Ma la riapprovazione del glifosato costituisce a tutti gli effetti una violazione del diritto e della giurisprudenza dell’UE, secondo cui un pesticida può essere approvato solo se è dimostrato che non provoca cancerogenicità o tossicità a lungo termine. Mentre un divieto del glifosato avrebbe innescato cambiamenti strutturali nelle pratiche agricole verso una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Questo fallimento va contro l’evidenza scientifica e impatterà pesantemente sulle persone e sull’ambiente, rappresentando esclusivamente un “regalo” alla Bayer, la multinazionale con sede a Leverkusen proprietaria della Monsanto e ripetutamente condannata dai tribunali di tutto il mondo per gli irreparabili danni dovuti all’esposizione al Roundup e ad altri prodotti similari.
FARE VERDE ETS ODV e GRUPPI RICERCA ECOLOGIA E.T.S. confermano il proprio sostegno a quei sistemi di coltivazione innovativi che, basati su principi agroecologici, possono aiutare a ridurre e infine eliminare la necessità di glifosato, mantenendo livelli comparabili di produttività, migliorando la salute degli agricoltori e dei consumatori e tutelando ambiente e biodiversità.
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