L’immagine più bella della concezione della terra come punto di partenza esistenziale per l’uomo della Tradizione è quella data da Gustave Thibon: l’uomo radicato alla terra, come una pianta la quale si sviluppa verso il cielo.
Lo scrittore contadino, cristiano, che diceva: ”chi non è salito a Dio non ha mai incontrato un fratello”, e, “il contadino ha radici, non teme il vento e non diventa un suo trastullo”. In tal modo l’uomo del Thibon non era soggetto a subire l’utopia di un mondo perfetto ma ritrovava la forza di “non opporsi ai cambiamenti, ma di impregnarli di Eterno”
L’ecologismo non-globalista ha una naturale propensione verso temi come la terra, produzione agricola a chilometro zero, suolo nazionale, borghi aree interne, economia circolare. Questo concetto riflette una grande risorsa in termini di concretezza e resilenza, ma può rappresentare un limite nell’affrontare i problemi planetari dell’ambiente per cui come diceva Scruton : “Problemi globali hanno bisogno di soluzioni globali, ma queste implicano perdita di sovranità e la resa a trattati che ci legano le mani”.
Sempre Scruton affermava, in merito, “non c’è causa più coerente con la visione conservatrice, della causa ambientale perche tocca idee fondamentali: la lealtà trans-generazionale, la priorità del locale e la ricerca di una cosa da tramandare alle future generazioni”.
Fondamentale ciò che è affermato nella Caritas in Veritate di Benedetto XVI : “Dovere gravissimo dell’uomo contemporaneo di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anche essi possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla”.
Scaturisce da quanto detto la linea guida di una Società tradizionale rispetto al valore prioritario della Terra su cui vive e del modo di rapportarsi ad essa e di conseguenza il nostro atteggiamento come associazione ambientale che proprio nelle radici immerse nella sacralità della terra ha il suo valore fondante.
Non ci possiamo certo riconoscere nel fiume di parole astratte che vengono dette in questo momento su questi temi affrontandoli in modo del tutto teorico mettendo insieme in un pareggiamento gnostico tutti gli elementi privi del radicamento sulla terra e sul sangue e soprattutto del riconoscimento del concetto del Creato che è a monte di tutto.
La nostra associazione è lontanissima da tutto ciò e dalla sua estrinsecazione mediaticamente più emblematica, ovvero la creazione del personaggio Greta Tundberg , nella stessa misura in cui è vicina al contadino così ben descritto da Wendell Berry che vive in un “mondo ideale e concreto insieme, dove il provvedere alla propria sussistenza non coincide affatto con lo sfruttamento della natura fino al suo esaurimento, ma con la fatica di imparare dai ritmi naturali, lavorare e conoscere una terra come una comunità, sapere che senza di lei siamo molto poco, spiritualmente infelici, mutilati”. In “Mangiare è un atto agricolo”, Berry afferma che “La natura è il valore ultimo del mondo reale e di quello economico”.
Vincenzo Stabile
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